Conferenza scientifica annuale della chirurgia facciale ricorda i pionieri neozelandesi

Una curiosità che riguarda il mondo della chirurgia maxillo-facciale che in molti non conoscono è relativa al grandissimo contributo che è stato dato dalla Nuova Zelanda e dai suoi ricercatori, riconosciuto anche all’interno di una conferenza svoltasi a Perth, in Australia, dove si sta tenendo l’84esima edizione del Congresso Scientifico Annuale, che quest’anno è stato ospitato dalla RACS (Royal Australasian College of Surgeon).
Un ricordo importante verso quelli che si possono tranquillamente definire come dei pionieri nel campo della ricostruzione maxillo facciale.

Il motivo per cui si deve tornare indietro nel tempo di cent’anni è relativo al fatto che, con l’arrivo della Prima Guerra Mondiale, i chirurgi hanno dovuto affrontare un numero di casi di lesioni facciali e mandibolari notevolmente superiore rispetto a quanto avveniva in precedenza, anche per via dell’ampio impiego della tecnica di battaglia della trincea.
Nel corso di quegli anni, quindi, la Nuova Zelanda ha dato i natali ad uno dei più importanti chirurgi che hanno contribuito allo sviluppo di questo campo medico: stiamo parlando di Harold Gillies, che viene riconosciuto da più parti come il padre della chirurgia plastica moderna.

Ovviamente, la tendenza di dover curare delle lesioni facciali e mandibolari è aumentata ancora di più con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, con i chirurgi neozelandesi sempre sulla cresta dell’onda. Tenendo in considerazione anche le dimensioni territoriali della Nuova Zelanda pare così incredibile che dei chirurgi di questo paese abbiano dato un contributo così decisivo per le sorti della chirurgia di ricostruzione maxillo-facciale.

Il professor Tong, che ha anche combattuto per l’esercito neozelandese in Afghanistan, ha sottolineato come esistano numerosi punti in comune tra le ferite facciali che vengono riportate dai soldati attuali e quelle che colpivano chi combatteva nei primi anni del ventesimo secolo. Ecco spiegato il motivo per cui, nonostante siano trascorsi cent’anni, i principi chirurgici che furono introdotti da Gillies e Pickerill ancora oggi restano attuali.
Purtroppo la guerra porta distruzione e semina morte, ma al tempo stesso proprio quei momenti di grande difficoltà hanno permesso di per poter innovare e rinnovare, visto che il progresso tecnologico, da quegli anni in poi, ha consentito ai chirurgi di fare dei passi in avanti da gigante.

La conferenza scientifica che si è tenuta a Perth ha voluto anche ricordare il centenario della battaglia di Gallipoli, mentre è da sottolineare pure come l’analisi degli esperti si è concentrata sopratutto sulla crescita di questo campo della chirurgia nel corso dell’ultimo secolo, sia in tempi di guerra che di pace, senza dimenticare le prospettive che possano essere offerte dal futuro.

martedì 19 maggio 2015
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