Gnatoschisi: sintomi, cura e info

Quando si parla di malformazioni congenite del cavo orale, le più frequenti tra l’altro, si usa il termine riassuntivo di schisi, che comprende le chieloschisi, le gnatoschisi e le palatoschisi.

Quando si parla di schisi si vuole fare riferimento ad uno spaizo che intercorre tra due punti della cavità orale che devono riunirsi nel corso dell’embriogenesi.

La cheiloschisi, meglio conosciuta con il termine di labbro leporino, si caratterizza per essere un’anomalia che deriva dal fatto che il processo nasale non si è unito al processo mascellare su quel determinato lato facciale. in questo caso, i danni sono piuttosto lievi e non vanno ad interferire con l’alimentazione. La palatoschisi, invece, deriva dalla mancata unione tra le lamine palatine e può essere solo parziale oppure generale, provocando numerose difficoltà nell’alimentazione del neonato.

La definizione di gnatoschisi

La gnatoschisi è un’anomalia che deriva dalla mancata unione tra il processo alveolare ed il relativo processo mascellare: in questo senso, quindi, va intesa la nascita di una separazione che passa anche sul labbro superiore e si estende praticamente fino alla relativa cavità della narice.

Questo tipo di schisi ha la particolarità che, con il passare della vita del neonato, si amplia molto in fretta e in modo precoce: eccco spiegato il motivo per cui è necessario intervenire con un intervento di chirurgia plastica entro un mese dalla nascita del paziente.

Come si manifesta

Queste diverse anomalie che rientrano sotto il termine di schisi spesso si possono manifestare in modo associativo, ossia le une insieme alle altre, creando delle varianti che vanno dal labbro leporino fino alla chielognatopalatoschisi, che rappresenta la forma peggiore.

Tra i disturbi collegati alla gnatoschisi, spesso troviamo anche la dislalia, che rappresenta un’alternazione nella normale articolazione delle parole.

Come si può curare la gnatoschisi

L’unico sistema per risolvere queste anomali è rappresentato dall’intervento chirurgico: come sottolineato in precedenza, l’operazione di ricostruzione su labbro non deve tardare, visto che non si può attendere oltre il trentesimo giorno dalla nascita, mentre la ricostruzione del palato dovrà essere portata a termine quando il paziente avrà compiuto almeno un anno di vita.

In seguito a tale intervento, sempre che non intervenga alcun tipo di pallore-ipertermia (che porta quasi sempre alla morte), è necessario stabilire un percorso di logopedia.

sabato 8 agosto 2015
Vai ad altre news relative a Chirurgia Orale
Vai agli approfondimenti relativi a Chirurgia Orale