Sindrome di Moebius: sintomi e cura

La sindrome di Moebius è una malattia che capita di rado, ma che ha delle conseguenze molto importanti: l’effetto principale è quello di provocare una paralisi facciale duratura, per colpa dell’assenza dei nervi cranici 6 e 7. Di conseguenza, chi viene colpito da questa particolare sindrome non ha la possibilità né di sorridere né di chiudere gli occhi o di muoverli ai lati.

La sindrome di Moebius è provocata dalla mancata formazione dei nervi cranici 6 e 7, anche se in numerose occasioni si riscontrano diversi problemi pure sui nervi cranici 3, 5, 8, 9, 11 e 12. Spesso a questa sindrome si ricollegano anche la sindrome di Poland e la sindrome di Pierre-Robin.

Come si presenta la sindrome di Moebius?

Non è difficile riconoscere la sindrome di Moebius, visto che si caratterizza per l’animia facciale, che va a bloccare i muscoli facciali, che non si possono muovere. Uno dei sintomi che più facilmente riscontrare nei neonati è una suzione problematica, mentre nei pazienti adulti spesso si nota una difficoltà ad una chiusura perfetta della bocca, con delle complicazioni legate alla salivazione ed alla bava.

In diversi casi, la sindrome di Moebius è associata allo strabismo, ma anche a malformazioni della mascella e della lingua, oltre che di piedi e mani.

Sindrome di Moebius: da cosa deriva e come si può curare

Si tratta di una sindrome che colpisce una persona fin dalla nascita, per colpa di un’alterazione genetica, anche se fino ad oggi non si hanno certezze assolute in questo campo. Le difficoltà di suzione di alcuni neonati possono essere superate utilizzando degli appositi biberon oppure dei particolari tubi, mentre lo strabismo si può curare solamente con un intervento chirurgico.

Per quanto riguarda la paresi facciale, il movimento dei muscoli può essere migliorato mediante delle terapie fisiche, mentre con la logopedia può essere utile per migliorare la dizione.

Una delle tecniche più impiegate è quella di body-crushing del dr. Steve Clarke, che permette di fare ottimi passi in avanti in relazione al coordinamento ed la capacità di concentrazione, mentre il metodo Oral-motor-therapy ha come obiettivo il miglioramento della motorietà dei muscoli facciali.

Le malformazioni che colpiscono il cavo orale e gli arti superiori ed inferiori devono essere corrette mediante interventi chirurgici, mentre anche il movimento dei muscoli del viso può trarre giovamento dal cosiddetto “smile-surgery”, effettuato in reparto maxillo-facciale.

lunedì 17 agosto 2015
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