Oftalmopatia di Graves: sintomi e cura

Nella maggior parte dei casi, questa malattia (che viene chiamata anche Oftalmopatia da morbo di Graves oppure Oftalmopatia tiroide-correlata) porta con sé il tradizionale esoftalmo tireotossico, che deriva essenzialmente da un sistema immunitario modificato rispetto al solito, visto che riesce a produrre notevoli quantità di anticorpi nei confronti di tessuti tiroidei e delle orbite, anche se per il momento si tratta di meccanismi che non sono stati scoperti completamente.

Da cosa deriva la Oftalmopatia di Graves

Si tratta di una malattia definita oftalmopatia autoimmune, che deriva da un notevole incremento della presenza di un particolare ormone, che prende il nome di ormone tiroideo, che provoca degli effetti esterni sugli occhi e, in qualche caso, pure sulla pelle delle gambe.

I SINTOMI

Per poter comprendere a fondo la possibilità che la malattia di Oftalmopatia di Graves sia effettivamente presente, ci si può rivolgere solo ed esclusivamente ad un oculista. Spetterà a quest’ultimo indagare, tramite un esame che ricercherà possibili malfunzionamenti della tiroide.

Tra i sintomi che possono apparire con maggiore costanza in relazione a tale malattia, troviamo sicuramente la comparsa di macchie rosse, gonfiori e infiammazioni degli occhi. Al tempo stesso, la presenza di occhi eccessivamente sporgenti, oppure altrettanto eccessivamente deboli e sensibili, possono fra altrettanto propendere per la presenza della malattia.

CURE

C’è la possibilità che tali sintomi lascino spontaneamente il corpo del malato nel corso di un anno, senza che debba essere effettuato alcun intervento. Al tempo stesso, le cure relative al regolamento della funzionalità tiroidea possono proseguire, in modo tale da curare anche i sintomi comuni.

Ci sono diverse tipologie di terapie adatte a curare la tiroide iper attiva: tra le altre troviamo l’operazione vera e propria, così come l’impiego di farmaci adatti a contrastare i sintomi, oppure c’è la possibilità di adottare delle terapie a base di radio iodio, in maniera tale da perseguire l’eliminazione delle cellule iperattive tiroidee.

lunedì 22 giugno 2015
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