Terapia del casco efficace o no? Ecco la ricerca sui bambini con plagiocefalia

La terapia del casco, purtroppo, non è in grado di garantire dei risultati particolarmente efficaci in tutti quei bambini che presenta una plagiocefalia da moderata a grave: è il risultato di uno studio svolto da un ricercatore olandese.

Eppure, sono tantissimi i neonati, in tutto il pianeta, che devono indossare per almeno 23 ore al giorno per circa sei mesi. Renske van Wijk, ricercatore dell’Università di Twente IGS Research Institute, ha realizzato e pubblicato un articolo in cui viene dimostrato come la terapia del casco non abbia alcun valore aggiuntivo su quei bambini che devono fare i conti con un livello di plagiocefalia (ovvero l’appiattimento del cranio) da moderato a grave.

Si tratta di una ricerca che ha avuto un notevole impatto mediatico in tutto il mondo. Tantissimi neonati sono affetti dalla deformazione del cranio, soprattutto in virtù del fatto che trascorrono gran parte del loro tempo sdraiati. Si tratta, in molti casi, di un problema solamente a livello estetico, che spinge però tanti genitori a ricorrere proprio al casco come soluzione principale.

In realtà, però, l’uso del casco non è stato comprovato da alcuna ricerca scientifica: la ricerca di Renske van Wijk ha dimostrato come questa terapia non garantisca alcun valore aggiunto alla crescita naturale del cranio.

Ad ogni modo, le attenzioni riscosse da questa ricerca in tutto il mondo sono state differenti e variegate: addirittura, l’articolo è passato in rassegna pure sul New York Times, oltre che sulla NBC, CBS e BBC. Nonostante i produttori di questi particolari caschi si siano già schierati contro tale ricerca, tanti altri medici hanno finalmente tirato un sospiro di sollievo, dal momento che già da diverso tempo si era manifestata una grande insicurezza di fronte all’efficacia di tali caschi.

Il motivo per cui in precedenza non era mai stata effettuata una ricerca del genere deriva essenzialmente dal fatto che creare le basi per portare a termine un ottimo studio, in questo caso, prevede numerose difficoltà. In modo particolare, nonostante si debbano rispettare i più elevati standard di ricerca, bisogna mettere in conto con il trattamento riguardi persone scelte comunque a caso. La discrezionalità è una difficoltà aggiuntiva, visto che tanti genitori sono contrari all’uso del casco, mentre altri si dimostrano fortemente a favore: in questo modo, il sorteggio per la scelta su chi ricadrà la ricerca è molto complicato.

Nel caso specifico della ricerca svolta da Renske van Wijk, ciò è stato possibile solo dopo aver trovato un numero sufficiente di soggetti di prova, anche grazie alla disponibilità di tanti genitori.

lunedì 20 aprile 2015
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